Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA &
ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 16 giugno
2018.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del testo: BREVI
INFORMAZIONI]
CREB ha un ruolo chiave nel recupero dopo ictus cerebrale. CREB (cAMP-response-element binding
protein) è un fattore di trascrizione che svolge un ruolo fondamentale
nell’eccitabilità neuronica. Caracciolo della UCLA e colleghi hanno indagato i
meccanismi legati a questo fattore nel danno ischemico cerebrale. Accrescendo i
livelli di CREB con un vettore virale in un piccolo pool di motoneuroni è migliorato notevolmente il recupero motorio
dopo ictus, mentre il blocco della segnalazione CREB ha impedito il recupero
dopo evento cerebrovascolare acuto. [Caracciolo
L., et al. Nature Communication 9 (1): 2250, June, 2018].
In un modello di malattia di Alzheimer migliorata la memoria da dosi
sub-efficaci di PDE-I. Basandosi su precedenti studi,
Gulisano e colleghi hanno sperimentato una combinazione di dosi sub-efficaci
degli inibitori della fosfodiesterasi, PDE4-I c-AMP specifico roflumilast (0.01 mg/kg) e PDE5-I c-GMP
specifico vardenafil (0.1 mg/Kg) nei
topi APPswe. Il trattamento ha notevolmente migliorato l’abilità di
riconoscimento e la memoria di paura condizionata, sia spaziale sia contestuale.
Questi ottimi risultati persistevano due mesi dopo la somministrazione. [Cfr. Neuropharmacology AOP – doi:
10.1016/j.neuropharm.2018.06.002, 2018].
Il problema del dolore cronico nella paralisi cerebrale e nuove possibilità
terapeutiche. L’alta prevalenza di sofferenza algica cronica durante la vita
delle persone affette da paralisi cerebrale ha un notevole impatto negativo
sulla qualità della vita. Si è accertato che questo dolore è generato da
meccanismi in parte differenti da quelli più noti e studiati, e pertanto non
risponde ai trattamenti convenzionali. Sono perciò allo studio trattamenti
analgesici specifici che includono l’impiego di NGF, CGRP (calcitonin gene-related peptide) e inibitori dei
canali ionici. [Dev Med Child Neurol AOP – doi: 10.1111/dmcn. 13930,
Jun 7, 2018].
Segnalazione interocettiva e immunoterapia in psichiatria: una nuova
frontiera. Storicamente sono stati studiati i meccanismi neurali di
segnalazione della percezione interna dell’organismo, la cosiddetta
interocezione, ma una mole crescente di dati attrae l’attenzione su segnali
umorali e perfino cellulari, con un ruolo importante nel comunicare lo stato
fisiologico dell’organismo al cervello. Tali vie di segnalazione possono
generare perturbazioni nella struttura dei neuroni, nella loro chimica e nella
fisiologia, causando effetti comportamentali rilevabili. Tali processi sono
stati studiati in rapporto ai disturbi psichiatrici. La rilevanza di questa
segnalazione umorale è di notevole evidenza nel contesto dell’infezione e
dell’infiammazione. Savitz ed Harrison, rivedendo i maggiori studi condotti al
riguardo, forniscono una panoramica su come l’interazione dell’attivazione
immunitaria dei meccanismi interocettivi umorali e neurali media alterazioni
discrete nel cervello e nel comportamento, ed evidenziano come l’attivazione di
queste vie in particolari momenti temporali dello sviluppo neurale possa
predisporre a malattie psichiatriche. La comprensione dei meccanismi molecolari
di questa percezione interna sta rivelando nuovi bersagli farmacologici, e sembra
poter avviare una nuova era di trattamenti immunoterapici in psichiatria. [Biol Psychiatry Cogn Neurosci Neuroimaging 3
(6): 514-524, 2018].
Aggiornamento sull’integrazione ipotalamica della segnalazione endocrina
legata all’assunzione di cibo. Prendendo le mosse da una rassegna
di Klockars e colleghi, è stato proposto ai soci un aggiornamento su questo
tema. Una chiave di volta della fisiologia della nutrizione è costituita
dall’elaborazione ipotalamica delle informazioni veicolate dagli ormoni provenienti
dal tratto gastroenterico e dal tessuto adiposo. Leptina, adiponectina,
oleoiletanolamide, colecistochinina e grelina – per ricordare le molecole
principali – sono in un costante scambio di informazioni, o crosstalk, con i circuiti cerebrali
dedicati alla neurofisiologia della nutrizione, che comprendono popolazioni
ipotalamiche sintetizzanti peptidi anoressizzanti, quali melanocortine, CART e
ossitocina, e peptidi oressigeni, quali ARP (Agouti-related protein), neuropeptide Y e oressine. Se questo circuito
neuroendocrino integrato assicura con efficacia che si acquisisca la quantità
di nutrienti necessaria per disporre dell’energia richiesta dalla fisiologia
dell’organismo nelle sue condizioni di esercizio corrente, ed esprime la sua
efficacia nei mammiferi in condizioni di vita naturale, denuncia i suoi limiti
di efficienza nel prevenire l’eccesso di accumulo di basi energetiche negli
ambienti umani inducenti obesità, dove sono costantemente disponibili grandi
quantità di cibi altamente calorici e con qualità gustative che attivano il
circuito a ricompensa.
La presentazione degli intricati
meccanismi di regolazione, dedotti dai più recenti studi, ha consentito
un’analisi dettagliata dell’integrazione ipotalamica dell’input endocrino periferico associato al bilancio energetico. È
seguito lo studio della vulnerabilità del sistema e dei processi
neuroregolatori maladattativi, incluse le variazioni nella plasticità neuronica
dell’ipotalamo che inducono iperalimentazione nonostante le conseguenze
negative per l’organismo. [Klockars A.,
et al. Curr Top Behav Neurosci. AOP – doi: 10.1007/7854_2018_54, 2018].
Il sexting fra ragazzi non è solo
una questione di leggi. L’enorme diffusione degli smartphone ha facilitato, fra i ragazzi
in età puberale ed adolescenziale, il fenomeno del sexting, ossia lo scambio di testi, immagini e video dai contenuti
sessuali espliciti (sexting = sex + texting). Uno studio di Holoyda e colleghi ha rivelato difficoltà
nel proteggere i ragazzi e inadeguatezza delle leggi vigenti negli USA per
affrontare gli aspetti negativi e i rischi per la salute mentale associati a
questa pratica. La legge federale
persegue come reato penale (criminal law)
solo la pornografia infantile; per questo, in vari stati degli USA sono state
promulgate leggi specifiche per il sexting.
La teorica positività del poter disporre di strumenti specifici, non ha
riscontro pratico nell’applicazione, perché spesso non è chiaro chi si intende proteggere da chi, soprattutto quando i corrispondenti
sono minori coetanei e a nessuno si può attribuire chiaramente il ruolo di
“offender” previsto dalle leggi.
A nostro avviso il problema
principale è di carattere educativo, psicologico e morale: l’esclusione dalle
istituzioni educative, per esigenze di stile politically correct, della visione religiosa, e particolarmente
quella di cultura giudaico-cristiana, senza la sostituzione con un’antropologia
che integri la sessualità in una concezione dell’uomo evoluta e civile, rende
difficile distinguere il “bene dal male” nello scambio di immagini. In queste
condizioni, si pretende che l’intervento legislativo e repressivo colmi un
vuoto di contenuti e formazione delle persone. A noi sembra evidente da cosa si
debbano proteggere bambini e ragazzi: dalla concezione mercantile del corpo e
della dignità delle persone. Coloro che hanno responsabilità genitoriale e
ruoli educativi devono avere il coraggio di assumere una posizione che oggi è
spesso impopolare e spiegare che la possibilità lecita per la legge – che è
espressione della cultura prevalente – di vendere immagini della propria
intimità per trarne profitto, e la creazione di una “industria del sesso” che
produce grandi fatturati, costituendo di fatto una forma di sfruttamento di
questa “prostituzione bianca”, sono fenomeni negativi per la sostanza del loro
significato e per le conseguenze psicologiche (foot in the door) e comportamentali che possono indurre, a
cominciare dall’abitudine a considerare le persone del sesso opposto come
strumenti per suscitare e soddisfare desideri.
Noi rileviamo che la
strumentalizzazione e la reificazione del corpo o di sue parti a fini di
piacere è una questione morale che ha una rilevanza notevole nello sviluppo
psichico, nel determinarsi del profilo psicoadattativo, con conseguenze
individuali, antropologiche e sociali. Se non si comprende che la sessualità
pone in questione la concezione dell’uomo da parte di una civiltà, si
continuerà a mancare di strumenti efficaci per affrontare questi problemi. È
necessario condividere un sistema di valori, in base al quale stabilire ciò che
è giusto e ciò che è sbagliato a fondamento di principi educativi, per orientare
lo sviluppo di una coscienza morale. In ogni caso, non accettare acriticamente
i costumi legati alla creazione della categoria merceologica del “sesso”, ma
comprendere che nascono dalla innaturale separazione delle componenti legate
all’attivazione del sistema a ricompensa dalla fisiologica attività
riproduttiva, accresce la consapevolezza e la possibilità di esercitare un giudizio
razionale sul reale valore del materiale che circola sul web, senza farsi influenzare dal piacere che può suscitare [Behav Sci Law 36 (2): 170-181, 2018].
Notule
BM&L-16
giugno 2018
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